tanto di cappello

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venerdì 23 ottobre 2015

Ristorante Miola, Predazzo


Siamo a Predazzo, in val di Fiemme, in un periodo in cui l'estate è un ricordo e l'inverno ancora è lungi dall'arrivare, anche se la neve lambisce la vallata dalle cime che la circondano. Tuttavia capitiamo in una giornata particolare, nella quale si svolge una cerimonia religiosa con processione. Non abbiamo prenotato e quindi la telefonata in mattinata per verificare la disponibilità è d'obbligo anche perchè il ristorante Miola è fuori Predazzo, a mezza costa di una montagna che domina la valle di accesso al paese. Chi risponde non ha la percezione della disponibilità per le numerose prenotazioni che ci hanno anticipato, tuttavia dopo pochi minuti la telefonata che ci apre le porte al ristorante.









E' una baita imprestata alla ristorazione; all'ingressso uno stemma araldico e sulla destra la scritta del ristorante. Sopra un balcone adornato da fiori delimita forse la parte residenziale.
Ingresso Ristorante
Già prima di entrare la carta del menù in duplice lingua, come si conviene da queste parti.



 All'interno ovviamente domina il legno e scopriamo con piacere che il nostro tavolo si trova in adiacenza al piccolo focolare già acceso. La mise en place è quella ordianaria di un ristorante di medio livello, con tovaglioli di carta.
Il pane è di due tipi; uno bianco ed uno integrale impreziosito da abbondante finocchietto.
Il menù è ovviamente totalmente di terra e regnano piatti a base di polenta e selvaggina.
Optiamo per queste specialità locali, con piatti unici che le contengano un pò tutte. Partiamo con il "piatto del boscaiolo" a base di polenta e formaggio fuso, fusi e luganega, una salsiccia. Nella sua versione classica trentina, l'impasto della salsiccia è composto interamente di suino speziato e insaccato in budello di cavallo. 

Altro piatto della tradizione, il "piatto tipico di selvaggina" dove alla polenta erano abbinate le bistecchine di cervo e il capriolo in umido
Piatti eccellenti e porzioni abbondanti tanto da non richiedere nessuna integrazione. Il mio palato ha dato la preferenza alla luganega seguita subito a ruota dal capriolo; non particolarmente eccelsi i funghi ed anche per la polenta mi aspettavo sinceramente di meglio essendo nel regno di questo piatto. Buoni formaggio e cervo.

Un cartello indicava il dessert del giorno: una crostata con marmellata di mirtilli e ricotta; la tentazione è stata tanta ed ha avuto ragione sulla ... ragione. Dobbiamo dire che ne è valsa la pena!
 Che dire, un litro di vino rosso della casa servito in brocca e che ben si abbinava con i nostri piatti ed un caffè ottimo, entrambi serviti a prezzi più che onesti per un ristorante, così come il resto, senza ulteriori aggravi di coperto e servito. 70 euro in tre ci è sembrata una spesa più che ragionevole per dei piatti della tradizione di ottimo livello. Per chi capita da quelle parti, Miola merita una sosta-