Ingresso Ristorante |
Il pane è di due tipi; uno bianco ed uno integrale impreziosito da abbondante finocchietto.
Il menù è ovviamente totalmente di terra e regnano piatti a base di polenta e selvaggina.
Optiamo per queste specialità locali, con piatti unici che le contengano un pò tutte. Partiamo con il "piatto del boscaiolo" a base di polenta e formaggio fuso, fusi e luganega, una salsiccia. Nella sua versione classica trentina, l'impasto della salsiccia è composto interamente di suino speziato e insaccato in budello di cavallo.
Altro piatto della tradizione, il "piatto tipico di selvaggina" dove alla polenta erano abbinate le bistecchine di cervo e il capriolo in umido |
Piatti eccellenti e porzioni abbondanti tanto da non richiedere nessuna integrazione. Il mio palato ha dato la preferenza alla luganega seguita subito a ruota dal capriolo; non particolarmente eccelsi i funghi ed anche per la polenta mi aspettavo sinceramente di meglio essendo nel regno di questo piatto. Buoni formaggio e cervo.
Un cartello indicava il dessert del giorno: una crostata con marmellata di mirtilli e ricotta; la tentazione è stata tanta ed ha avuto ragione sulla ... ragione. Dobbiamo dire che ne è valsa la pena!
Che dire, un litro di vino rosso della casa servito in brocca e che ben si abbinava con i nostri piatti ed un caffè ottimo, entrambi serviti a prezzi più che onesti per un ristorante, così come il resto, senza ulteriori aggravi di coperto e servito. 70 euro in tre ci è sembrata una spesa più che ragionevole per dei piatti della tradizione di ottimo livello. Per chi capita da quelle parti, Miola merita una sosta-