tanto di cappello

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lunedì 7 dicembre 2020

La Bistecca Fiorentina - Beef steak


Scottona, con il tipico osso a T, più o meno accentuato a seconda della quantità di filetto della nostra lombata, deve avere un'altezza che varia dai 4 ai 5 centimetri, tanto quanto occorre affinché la cottura abbia termine con la bistecca poggiata sull'osso; il suo peso da 1 kg a 1,4 kg

E' importante la frollatura di un paio di settimane che ovviamente avviene nelle celle professionali e non nei frigo casalinghi dai quali deve essere tolta qualche ora prima della cottura, dovendo avere la bistecca la temperatura ambiente  al momento del suo posizionamento sulla gratella posta a breve distanza dalla brace ardente, particolare questo che fa si che la bistecca sia cotta da sola, risultando il calore troppo alto sia per la grigliata del pollo che del maiale.


 

 E' giunto quindi il momento di accendere il fuoco, sulla trave del nostro camino faranno buona mostra di se i posacenere di due ristoranti che hanno fatto la storia della cucina italiana: il Charleston di Palermo e Sabatini di Firenze, i primi ristoranti italiani a cui la guida Michelin assegnò due stelle nel 1978 unitamente al Savini di Milano, al Sacrestia di Napoli e ai ristoranti degli hotel Baglioni di Venezia, Principe di Piemonte di Torino e al Grand Hotel di Milano. Altri tempi.


E' giunto il momento, poggiamo le nostre bistecche senza alcun condiento a pochi centimetri dalla brace e lasciamo andare la cottura per un minuto al centimetro, nel nostro caso 4 per andare poi a girarla senza forare la crosta che nel frattempo si sarà formata, evitando quindi la fuoriuscita di liquidi che la renderebbero asciutta. Una volta girata possiamo calare sulla parte già cotta del sale grosso. Trascorsi gli altri 4 minuti, si pone la bistecca sul suo osso e si lascia andare la cottura per altri cinque o sei minuti.

  



A questo punto non resta che tagliarla e porla in tavola; è buon segno se dopo il taglio non vi è troppa dispersione di liquidi, indice di cottura perfetta, con la carne che presenterà la tipica variazione di colori.


Si tratta di un piatto della tradizione ma, ovviamente, non della tradizione contadina. La tradizione ci riporta alle notti di San Lorenzo del 10 agosto ed alla famiglia Medici. All'epoca grandi falò servivano a cuocere e distribuire alla popolazione la bistecca, oggi si distribuisce il cocomero ma la nostra costata o lombata potrà essere gustata in ogni trattoria dell'urbe e del contado e non fatevi fregare: la bistecca se non è spessa quattro dita è carpaccio!!!

sabato 5 dicembre 2020

Cotiche e fagioli - rind and beans


 "Del maiale un si butta via nulla", così si diceva a Sammoro quando c'era chi ancora il maiale lo allevava o almeno lavorava; lo stesso vale anche nel resto d'Italia nelle varie derivazioni linguistiche.

Ecco quindi che dalla tradizione contadina nasce un piatto che dire povero è dir poco, dal momento che la cotenna non costa niente ed i fagioli poco di più, aggiungiamo poi del pomodoro, una foglia di alloro, una di salvia, un pizzico di pepe e sale, il tutto su un trito di soffritto. In quattro, ma gente affiatata, informatevi prima, si mangia con tre eurini comprensivi del gas per cuocere e, se abbiamo aggiunto mezzo bicchiere di brodo vegetale, serve anche del pane per la scarpetta o, se "stantio" da porre alla base del piatto per versarci sopra le nostre cotiche con fagioli. A proposito di fagioli, molti vorrebbero i borlotti, ma siamo in Toscana e quindi la variante dei cannellini è più che ammessa, diciamo d'obbligo!😀
Partiamo dalla Cotenna che ingentiliamo con il chiamare Cotica, come ben si vede e si può supporre è la pelle del maiale, dura e pelosa. Quando la si acquista di norma è sempre dura ma ben pulita dai peli, occorre quindi solamente ammorbidirla ma soprattutto "alleggerirla" di un poco di grasso. Si pone quindi in un tegame o padella, con acqua e si fa bollire coperta per una decina di minuti. 


Facciamo adesso dei listarelli con la cotica ammorbidita, della grandezza che ciascuno predilige.


Nel frattempo abbiamo posto nel tegame un misto per soffritto con una foglia di alloro ed una di salvia.
Bene adesso le cotiche già ammorbidite ed il pomodoro; in ultimo aggiungiamo i fagioli

precedentemente lessati dopo una notte a mollo, o acquistati già pronti. La cottura dipende da quanto abbiamo prima ammorbidito gli ingredienti e da quanto vogliamo far ritirare il pomodoro nel nostro caso diluito con mezzo bicchiere di brodo vegetale. 


A questo punto, diciamo dopo un'oretta da quando abbiamo messo a lessare la cotenna, il piatto è pronto; possiamo gustare in tutta tranquillità le cotiche nella loro consistenza ormai gelatinosa, con i fagioli, il tutto in una salsa che raccoglie i sapori resi ancor più appetitosi da un pizzico di pepe appena macinato.







Piatto prettamente invernale, particolarmente adatto a chi conduce una vita dispendiosa di energie, forse per questo poco in uso ai nostri tempi.