tanto di cappello

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lunedì 22 aprile 2019

Aprile apre il valzer degli chef nell'alta ristorazione fiorentina sempre più appannaggio dell'hotellerie di lusso.

Come ogni anno aprile è il mese principe per la campagna acquisti degli chef;. Vediamo cosa cambia nell'alta cucina fiorentina, sempre più abbinata all'offerta degli alberghi di lusso che preferiscono chef giovani per una cucina dai caratteri innovativi.
Iniziamo dallo stellato La Bottega del Buon Caffè, che già un anno fa aveva visto la partenza del direttore Paolo Manoni alla volta del Ristorante Sabatini; sembra che ci sia stato un cambiamento radicale in cucina, dove lo chef Antonello Sardi si è trasferito in Mugello nel resort Tenuta le Tre Virtù.
Al suo posto Erez Ohayon, alla prima esperienza da executive chef. Per lui un ritorno dal momento in cui era secondo di Sardi quando 5 anni fa aprì i battenti il locale di Lungarno Cellini, salvo poi passare alla corte dell'altro stellato Filippo Saporito, al suo arrivo a Firenze con  La leggenda dei Frati nella splendida Villa Pardini.

Paolo Manoni e l'intero staff di sala e cucina lasciano Sabatini che torna alla cucina tradizionale. Lo  chef Alessio Mori   (classe 1989) dopo due anni torna all'hotellerie di lusso, ponendosi alla guida della cucina dell' Hotel Portrait l'ultimo arrivato del gruppo Ferragamo ed uno dei dieci hotel italiani classificati a 5 stelle dalla guida statunitense Forbes.  A maggio lascia infatti la LungarnoCollection della famiglia Ferragamo l'executive Peter Brunel che oltre a guidare personalmente lo stellato Borgo San Jacopo, era responsabile della ristorazione dei quattro hotel del gruppo. Brunel torna in Trentino dove aprirà un suo locale.

Al suo posto nel ristorante stellato, non sembra più tanto certo l'arrivo di Matteo Lorenzini (foto https://www.marcobechi.it/), il talentuoso ma irrequieto chef poco più che trentenne che, alla guida del Tre Lune di Calenzano aveva conquistato la stella a 29 anni, salvo poi chiudere il ristorante il giorno seguente e passare alla corte di Antonio Guida al Mandarin di Milano come sous chef; pochi mesi dopo Lorenzini lascia anche Milano ed approda alla guida del Se.Sto on Arno dell'hotel Westin Excelsior, lasciato dopo due anni lo scorso settembre insieme al direttore Bertolini, per tornare alla corte del suo maestro Alain Ducasse che gli ha affidato l'apertura del ristorante italiano Cucina Mutualité, con un menù tradizonale che forse limita l'estro del cuoco senese.

Dopo Stefano Santo confermato al Salviatino, ecco un'altro allievo di Gaetano Trovato approdare all'hotellerie di lusso dell'area fiorentina, si tratta di Alessandro Cozzolino (classe 1989) che rientra in Italia dopo un'ottima esperienza ad  Hong Kong alla guida del ristorante italiano Grissini del Grand Hyatt. Cozzolino già da Marzo si è posto alla guida di Villa San Michele.

Ancora non certa la nuova guida del ristorante dell'Hotel Villa Medici di via il Prato, dove alcune voci danno per certo l'arrivo dello chef veterano Luigi Incrocci, mentre di particolare interesse il previsto sbarco a Firenze di Heinz Beck, con un ristorante che andrebbe ad aggiungersi al Gucci Osteria di Massimo Bottura, nel novero dei locali con la supervisione dei grandi chef.



domenica 14 aprile 2019

Ristorante pizzeria Il Pinolo -



Siamo a Firenze, via del Ponte alle Mosse in prossimità del Piazzale di Porta al Prato, appena fuori la cerchia dei viali e distante dalle mete turistiche, eppure sia a pranzo che a cena i turisti non mancano, segno che il locale è ben inserito nel circuito marketing. Sono tuttavia impiegati ed operai che fanno de Il Pinolo il locale della loro pausa pranzo, a farla da padrona; si contano circa 250 coperti dalle 12 alle 14 in un rapido alternarsi di tute rosse e di abiti blu che consumano con soddisfazione le ottime pizze o gli altrettanto buoni ed abbondanti piatti che sforma una cucina dove quattro addetti lavorano freneticamente.







Come consuetudine all'ora di pranzo va per la maggiore il menù del giorno a prezzo fisso di 5, 6 od 8 euro bevande comprese, a seconda che si tratti di uno o due piatti, con la possibilità anche della pizza.


Le porzioni sono da persone che durante la giornata lavorativa consumano energie, non mancano tuttavia ottime e abbondanti insalate sia di terra che di mare. Lo chef Rubio troverebbe "pasta per i suoi denti".

Come da tradizione fiorentina, non possono mancare bistecca e tagliata, servita quest'ultima nelle varietà con grana o porcini. Anche in questo caso, con 24 euro viene offerto un menù fisso comprensivo di antipasto toscano, tagliata, dolce, acqua e vino.

Menù quindi alla portata di tutti i gusti e portafogli, con piatti serviti da personale sempre sorridente che ti fa sentire a tuo agio da subito.

Per chi si trova in zona e non vuol rischiare il solito ristorante/pizzeria acchiappaturisti, Il Pinolo rappresenta il locale ideale per un pranzo di lavoro od una cena in coppia o fra amici, senza il timore di brutte sorprese nella qualità e nel prezzo.
Ristorante/Pizzeria Il Pinolo  Via del Ponte alle Mosse, 26, 50123 Firenze FI 

Chalet Bellariva - Firenze



Siamo sulla riva destra dell'Arno, in lungarno Colombo, dove negli anni 70 e 80 sono sorti numerosi locali su area demaniale. Accanto a questo che un tempo era il Dopolavoro delle Poste, sorgevano locali che avevano fatto la storia di Firenze di quegli anni; Caffè Concerto (poi Targa), Villa Kasaar, Florence Basket, dell'allora presidente Verdini; locali che sono stati oggetto di numerosi accertamenti da parte delle autorità che hanno dato seguito alla loro demolizione perchè in contrasto con le norme idrauliche oltre che urbanistiche. Lo Chalet Bellariva è sopravvissuto a questo ed oggi, completamente modificato rispetto al precedente Dopolavoro PPeTT, è un locale accogliente dove si possono gustare ottime pizze ed un menù tradizionale di ottima qualità.
Carino, adatto sia a cene di coppia che di lavoro, il ristorante/pizzeria è diviso in due ambienti; uno interno nell'edificio centrale, con arredamento più curato in stile ristorante, ed uno posto in veranda più semplice e portato alla pizzeria.

Il menù del ristorante è tradizionale e presenta sia piatti di pesce che di terra a costo medio per la città.






La nostra esperienza di baserà però sulle sole pizze di cui abbiamo sentito parlare molto bene.

Buono e ben lievitato l'impasto che fornirà una base alta come in uso adesso, ben cotta in ogni parte. Gli ingredienti sembrano di ottima qualità ed il sapore nel suo complesso è estremamente piacevole.

Il servizio è sempre puntuale ed il personale disponibile, un'esperienza positiva per un locale al passo dei tempi che tuttavia guarda ancora più alla sostanza che alla forma, dove la presentazione ha un ruolo secondario e le innovazioni sono appena accennate, come ben si può notare dai dolci.

In conclusione, se siete in zona, vale la sosta, altrimenti non è necessario variare il percorso, soluzioni simili di buon livello si trovano in ogni quartiere.


Alla CERAGETTA, il pranzo della domenica.


La domenica la prenotazione è obbligatoria in questo ristorante di montagna che fa della quantità il suo punto forte; quantità, ma anche la qualità non fa difetto ed il rapporto qualità/prezzo risulterà alla fine estremamente positivo.

Siamo sull'Appennino che sovrasta il lago Isola Santa, il luogo ideale per andare poi a smaltire i tanti piatti che il personale di sala ci servirà con sapiente scadenza, dalle 13 alle 16 circa. Tutto infatti assomiglia al tradizionale pranzo matrimoniale ed anche la mise en place non sfigura nella sua eleganza e nell'abbondare di bicchieri e posate.

Il tutto esaurito renderà le sale moderatamente rumorose, come si addice a ristorante di questo livello, dove la "voce"  alimentata anche dal nettare nero della casa che viene versato senza parsimonia, sovrasta il dialogare.




Tuti in fila all'ingresso, la giornata soleggiata rende l'attesa piacevole, non vogliamo invece immaginare cosa accadrebbe se questa attesa fosse in condizioni climatiche più avverse.

Si apre la sala e si entra tutti insieme, ancora qualche decina di minuti ed inizierà il servizio.

Fin dagli antipasti si capisce che il menù rigorosamente fisso per tutti, vale interamente il suo prezzo, 25 euro comprensive di bevande, caffè e distillato finale.

Una varietà di assaggi caldi, crostini e affettati, con gli immancabili coccoli e le bruschette.

Souffle e giardiniere casalinghe, il tutto di ottima qualità


E' il momento poi dei primi: Cannelloni, Risotto ai funghi, maltagliati al pesto, un fiorire di colori difficile da classificare, dove il bello ed il buono si mescolano in un'armonia che facilita il bis sempre proposto dal personale di sala.


Per secondo un tenero Rosbeef con patate fritte e l'atteso cinghiale, a nostro parere forse il piatto meno riuscito fra i tanti serviti.


Per finire la piccola pasticceria, tutta ottima, tutta di produzione propria; in alternativa il gelato, unica divagazione possibile dal menù rigorosamente fisso.




Caffè ed un ottimo distillato terminano il pranzo della domenica, un pranzo che vale sicuramente la distanza, soprattutto se in una splendida giornata di sole che consente poi di scendere al lago o di fare una passeggiata nei tanti sentieri lungo il bosco.


La Ceragetta è anche resort, un motivo in più per chi non si accontenta di una "toccata e fuga" ma vuol godere con calma l'armonia del paesaggio in notti di assoluto silenzio.

La Ceragetta, il ristorante- resort sulle Alpi Apuane che sicuramente non vi tradirà