tanto di cappello

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sabato 11 dicembre 2021

Trattoria L'OSTE a Calenzano con lo chef Gabriele Andreoni

Dopo Le Tre Lune del talentuoso chef Matteo Lorenzini (*), il ristorante che nel 2014, solo dopo 17 mesi dall'apertura, era stato premiato con una stella Michelin ma che chiuse immediatamente dopo, Calenzano può vantare adesso una stella consolidata dell'universo culinario: lo chef Gabriele Andreoni che dopo le positive esperienze a Firenze in quel di San Frediano, presso il Santo Graal e il Gurdulù, è adesso alla trattoria L'Oste,  in via di Capalle. A dire la verità, Andreoni era da tempo vicino alla proprietà che gestisce anche il ristorante Ciringuito nel parco dei Renai a Signa, dove la sua presenza era già stata segnalata da un paio di stagioni. 

La cucina è tradizionale, regine le frattaglie e gli ingredienti comuni nelle dispense toscane.

Andiamo adesso al menù che abbiamo gustato in due e, premettiamo che il termine gustato ci sta a pennello.


Intanto il vino, un rosso toscano della cantina Canaio, un vino da uve Syrah e Merlot, probabilmente più adatto ad altri piatti ma, che volete, ci ha ricordato la nostra vecchia moto Kawa 650; comunque buono.    




Si comincia con il crostino di pane in cassetta, fatto in casa, aringa e burro al prezzemolo; terrina di fegatini con lardo e uvetta servita con salsa verde maionese e giardiniera tutto fatto in casa


Troviamo inoltre il finocchio ripassato con il paté di olive









A seguire,  il raviolo con ripieno di francesina, una vera delizia






Come abbiamo detto, regine sono le frattaglie e così non potevamo che continuare, d'altra parte la stagione lo suggerisce.


Che dire, il piatto può essere "impattante" nella sua presentazione, ma il gusto va oltre ogni immaginazione, ovvero oltre quella cresta.

Più tradizionale il brasato di guancia su purè di patate, salvo errori, poiché non avendo fotografato il menù, non escludiamo errori "di gusto" in merito alla guancia, ma la consistenza è quella. Buona ma questa niente di eccezionale.




Per finire in bellezza, tarte tatin alle mele con gelato alla vaniglia e caramello e crema al mascarpone con savoiardo fatto in casa; superlativi!


Ovviamente i commenti sui piatti sono del tutto personali e non professionali, come del resto questo blog, quindi senza nessuna pretesa di valore oggettivo, tuttavia riteniamo che l'esperienza sia stata estremamente positiva, d'altra parte non avevamo dubbi in merito e ci sentiamo in condizione di suggerire una sosta o una deviazione verso il ristorante L'Oste di Calenzano, dove a pranzo troverete un menù dedicato alla pausa di lavoro.

Come sempre, buon appetito!

(*) Per doverosa informazione avendolo citato, si comunica che Matteo Lorenzini, nato a Siena nel 1985, dopo l'esperienza delle Tre Lune, coronata come scritto con una stella Michelin dopo appena 17 mesi, si era portato alla guida del SE.STO On Arno, il ristorante dell'Hotel Excelsior di Firenze; probabilmente non in linea con i programmi della società, aveva lasciato l'Italia per fare ritorno dal maestro Alain Ducasse a Parigi quale chef del ristorante Cucina Mutualité. Nel gennaio 2020 lascia Parigi, ma non Ducasse, per passare la Manica in qualità di sous chef del tre stelle michelin dell'Hotel The Dorchester di Londra. L'esperienza dura un anno e, come prevedibile, il cambiamento è per tornare a rivestire il ruolo di Executive Chef di uno stellato nella sua Toscana, presso l'Osteria di Passignano della famiglia Antinori. Probabilmente il futuro di Lorenzini sarà adesso italiano, ma siamo certi che per il talentuoso chef una stella sarà solamente il punto di partenza.